Criticare la vittima perché è vittimista? Un’avversione un po’ strana Ci sono le vittime dell’ingiustizia sociale, quelle dei conflitti armati, quelle della natura e del caso, quelle degli avversari politici, le vittime infine della loro stessa famiglia. Sono così tanti i tipi di vittime che una critica della vittima appare assurda, o stravagantemente faziosa. Alfonso Berardinelli 24 AGO 2014
Un’estate in Montaigne Ai tempi di Socrate, Platone e Aristotele, la filosofia si faceva anche chiacchierando a lungo, seriamente, ironicamente e con impegno in piazza e sotto i portici. Il pensiero sapeva essere parlato e peripatetico. Perfino la metafisica, la filosofia dei principi primi, pur presupponendo esperienze mentali difficilmente verbalizzabili e oggi inconcepibili, poteva essere materia di discorsi conviviali. Gesù ha fondato l’eucarestia, il più sublime dei sacramenti, durante una cena, la sua ultima. Il linguaggio della filosofia veniva inventato parlando e discutendo. Poi per secoli e fino a oggi quel linguaggio è stato rimasticato ritualmente. Alfonso Berardinelli 08 GIU 2014
Il critico con la palude in testa Niente fa più notizia di una notizia sbagliata. Nessun nemico sa essere subdolo come un vecchio amico. Mi vengono in mente proverbi come questi mentre leggo l’articolo del mio vecchio amico Franco Cordelli sull’ultimo numero della Lettura – Corriere della Sera, articolo corredato da una mappa degli attuali scrittori e critici italiani, divisi in cinque categorie, inventate allo scopo di fare dispetto a qualcuno attirando l’attenzione di molti. Cordelli fa finta di scherzare ma vuole vendicarsi. I malumori letterari lo assillano. Alfonso Berardinelli 01 GIU 2014
La malinconia senza trionfalismi nel diario mai pubblicato di Bellocchio Passo da Piacenza e mi fermo un paio di giorni dal mio amico Piergiorgio Bellocchio. Non lo vedevo dall’autunno scorso. Cosa fa Piergiorgio? Fra i miei conoscenti molti se lo chiedono, se lo sono sempre chiesto e spesso lo chiedono a me. Cosa faccia Piergiorgio sembra un mistero. Tutti fanno o sembrano fare qualcosa, molte cose. Si esprimono, si manifestano, pubblicano libri, scrivono sui giornali, ricevono premi. Si incontrano, prima o poi, in qualche convegno, serata, presentazione, festival, fiera o salone. Piergiorgio non appare, non compare. Alfonso Berardinelli 18 MAG 2014
Dio è morto, ma in mano ai filosofi si rifà vivo in politica Dio non parteggia, si tiene da parte. In società, nelle assemblee, in guerra, nelle controversie di confine, nei tribunali, Dio tace. Ci sono le sacre scritture. Ma sono tante e varie e quasi sempre scritte in stile poetico, allegorico, figurale, mitologico, profetico. Di qui quell’attività chiamata ermeneutica la quale, forse va detto, nella sua onesta serietà, ha qualcosa di ridicolo. Lo è quando lavora sulla letteratura profana e si chiede: “Che cosa voleva dire lo scrittore?”. Lo scrittore, dato che è uno scrittore, voleva dire quello che ha detto, proprio come lo ha detto. E quando si tratta di libri sacri (ispirati da Dio) chiedersi che cosa voleva dire Dio guidando la mano del suo amanuense, è ancora più ridicolo. Se è ambiguo, ambivalente, polivalente, fantasioso e oscuro, vuol dire che così voleva essere. Guai a chi vuole dirci con certezza indiscutibile che cosa pensa Dio e che cosa vuole da noi. Alfonso Berardinelli 30 MAR 2014
I politici Se bisogna proprio parlare tanto di politica, se tutto il resto deve passare in second’ordine, allora dirò qualcosa di personale in proposito. Dirò male di questo perpetuo privilegio accordato dai media alla politica dei politici. Starli sempre lì a spiare, qualunque rutto esca dalla loro bocca, dà loro un’importanza che deforma la verità delle cose. Si sa che i giornali devono uscire tutti i giorni, che i telegiornali devono andare in onda più volte al giorno, che le trasmissioni tv consacrate, sì consacrate, al talk-teatro sono, mi sembra, una dozzina e senza la giostra politica non saprebbero che cosa mettere in scena. Alfonso Berardinelli 16 MAR 2014
Contro la smemoratezza 2.0 Sull’ultimo numero di Vita e Pensiero (giugno 2013) non posso fare a meno di leggere l’articolo di Michel Serres intitolato “Un nuovo Rinascimento dalle nuove tecnologie”. Le tecnologie informatiche e telematiche sono la mia testa di turco, o meglio i miei mulini a vento. Non sono nemici da combattere. Hanno vinto in partenza e vinceranno anche sulla mente umana che ha creduto di crearle per “farne uso”, per metterle al proprio servizio. Alfonso Berardinelli 12 FEB 2014
Odio Roma e la Dolce Vita Che cos’è Roma? Ci sono nato, da genitori nati a Roma, e sono cresciuto a Testaccio. Ma non ho mai capito cos’era questa città. Non mi è mai piaciuta, l’ho sempre rifiutata, da bambino mi sembrava che avesse un odore di sacrestia e di latrina. Ho studiato dai Salesiani fino a tredici anni, la vita personale dei preti mi incuriosiva, mi chiedevo in che cosa credevano loro, in che cosa dovevamo credere noi, se nella messa del mattino o nei film western e nei tornei di calcio con cui ci tenevano occupati di pomeriggio. SDM La gran rottura della romanità Alfonso Berardinelli 15 GEN 2014
Il mio debito con Rigoni Stern e un libro che parla di cose dimenticate Avere un destino, quale che sia, ma uno. Vivere una sola vita, la propria. Che guaio. Tuttavia, esattamente a quarant’anni, l’anno della maturità, mi sembrò di capire all’improvviso (si capisce sempre all’improvviso) che il primo peccato, il peccato maggiore, o quello da cui nascono gli altri, è il desiderio, è il tentativo di vivere più di una vita, è diventare una specie di turista della vita, uno che non è veramente niente, che non si identifica con niente. Alfonso Berardinelli 10 GEN 2014
La classicità magnetica dei “Quartetti” di Eliot (tradotti da La Capria) Forse il regalo migliore che si può fare per l’anno nuovo a chi ama la poesia, o semplicemente ne è attratto, sono i “Quattro quartetti” di T. S. Eliot pubblicati dall’editore Enrico Damiani: illustrazioni di José Muñoz, un cd con la lettura di Paolo Bessegato e una traduzione d’autore come quella di Raffaele La Capria, secondo me il più adatto a dare voce italiana a questo capolavoro della letteratura del Novecento. Alfonso Berardinelli 05 GEN 2014